domenica 26 maggio 2013

“Se ognuno fa qualcosa si può fare molto”





Il titolo del post con il suo contenuto c'entra  apparentemente poco, ma ho voluto usare questa frase di Don Puglisi sia per  omaggiarlo in occasione della sua beatificazione, sia perchè da sempre penso che solo l'azione coordinata di tanti può cambiare le cose.
Fatta questa doverosa premessa, inizio questo articolo facendo i complimenti al consigliere comunale Salvatore Mannina, per la splendida battaglia in solitario condotta in consiglio comunale nella seduta del 24 maggio, in occasione dell'approvazione del rendiconto 2012.
Voglio anche congratularmi con il consigliere Francesco Faraci per la presa di posizione, a nome del suo gruppo, su alcune questioni importanti e su alcune scelte sbagliate della giunta comunale.
Voglio però aggiungere che molti non hanno compreso la scelta del gruppo di Francesco Faraci di astenersi sul rendiconto 2012, scelta incomprensibile e se vogliamo poco coerente sia con i contenuti del documento letto in consiglio dallo stesso capogruppo Faraci, che con il voto contrario espresso da questo gruppo consiliare al bilancio 2012.
Niente si può dire invece per quel che riguarda gli altri consiglieri comunali che purtroppo ancora una volta hanno fatto scena muta, loro continuano a votare senza spiegare.
Segnalo semplicemente che in occasione dell’approvazione del rendiconto 2012, la maggioranza si è ridotta e ha perso consistenza numerica riducendosi a solo otto voti favorevoli.
Il rendiconto 2012 ci conferma due cose:
  • La prima l'abbiamo ascoltata in consiglio dalla viva voce dell'assessore al bilancio che ha affermato che quella di aumentare le tasse è stata una scelta politica;
  • La seconda cosa che abbiamo scoperto, è che abbiamo un Comune che ha in cassa circa 900.000 mila euro disponibili, prelevati dalle tasche dei ciminnesi  nel corso degli ultimi anni.
Io credo che questi soldi debbano essere restituiti ai legittimi proprietari, cioè ai ciminnesi.
Questi soldi possono e devono essere restituiti ai ciminnesi, attraverso la riduzione della TARSU, l'eliminazione dell'RPEF comunale o l'abbassamento dell'IMU sulle seconde case.
Ho già rivolto un appello  a tutti i consiglieri comunali, senza distinzione di appartenenza politica a lavorare in questo senso perchè il bene comune non ha colore politico.
I consiglieri comunali che sostengono  la giunta,oggi  hanno un'opportunità unica per dimostrare ai ciminnesi che loro non sono solo la maggioranza delle tasse e del silenzio.
Oggi non hanno più alibi le casse del comune traboccano di centinaia di migliaia di euro prelevati, su loro determinazione dalle tasche dei ciminnesi.
Tenere 900.000 euro nelle casse del comune, in un momento di crisi economica pesante, è una scelta immorale oltre che  antieconomica, oggi questi soldi devono essere rimessi in circolazione, solo così si può tornare ad alimentare il commercio e l’edilizia a Ciminna.
Questo rimettere i soldi in circolazione per essere efficace, deve seguire unicamente la via dell’abbassamento delle tasse, perché oggi è dimostrato che l’aumento delle tariffe e delle tasse è servito solo a riempire le casse del comune e a deprimere l’economia ciminnese.
I ciminnesi non hanno bisogno di un comune ricco, ma hanno necessità di riavere indietro i loro soldi e gestirli personalmente per le loro esigenze di vita e ridare fiato all'economia.
Dicevo non ci sono più alibi e argomento il perchè:
  1. I soldi in cassa ci sono e possono essere usati per abbassare le tasse;
  2. La Tares non entrerà per quest’anno in vigore, quindi continuando in regime di Tarsu l’amministrazione può intervenire con fondi di bilancio per coprire importanti percentuali del costo del servizio di raccolta dei rifiuti;
  3.  dulcis in fundo, l’accordo raggiunto pochi giorni fa tra Anci e Regione Sicilia, proroga la situazione attuale e  continua a mantenere svincolati i comuni al di sotto dei 5000 abitanti dal patto di stabilità (che peraltro non aveva mai interessato appunto i comuni al di sotto dei 5000 abitanti.)

Infine non voglio eludere l’invito rivoltomi da Salvatore a sostenere quello che lui immagina possa essere il polo delle opposizioni.
Ritengo l’iniziativa interessante e degna di attenzione, qualora Salvatore la intenda come un appello e una chiamata a raccolta della politica e della società civile ciminnese,  a sostegno di tutte quelle iniziative pro – Ciminna, da qualsiasi parte e persona provengano senza distinzione di colore politico.
Da sempre io sostengo e spingo nella direzione di allargare la partecipazione alla vita sociale e politica della nostra comunità, quindi vedo positivamente tutte le iniziative che vanno in questa direzione.
La mia risposta a Salvatore è semplice: il polo delle opposizioni è auspicabile che nasca per contrastare le scelte dannose e sgangherate di questa giunta comunale, tuttavia tale  polo delle opposizioni può costituirsi solo in seno al consiglio comunale.
Io vedo possibile una convergenza tra società civile e politica in quello che io chiamerei il polo delle azioni, che  può nascere solo al di fuori del consiglio comunale sul modello del comitato NO TARSU che si è costituito attorno ad un problema specifico per trovare soluzioni condivise, libero dai quei legami di appartenenza politica che ne avrebbero minato e impedito la costituzione e l’azione.
CiminnAttiva è da sempre schierata dalla parte dei ciminnesi, abbiamo sostenuto e sosterremo tutte le iniziative giuste a favore della comunità, quindi l’invito di Salvatore Mannina mi trova d’accordo a condizione che ci si intenda bene sul modello organizzativo.
Il polo delle azioni non deve avere un ambito delimitato e una struttura definita, ma deve essere un organismo flessibile e aperto, che nasce e si compone per risolvere e per proporre.
Il polo delle azioni deve secondo me essere una  sorta di comitato cittadino che si alimenta di volta in volta e in coerenza con le cose da fare, con la presenza del meglio dell’associazionismo ciminnese, e qui penso all’azione cattolica, all’avis, alla proloco,(cito le più importanti) e a tutte le altre associazioni presenti sul territorio.
Oggi a Ciminna ci sono tante cose da fare, io ne propongo tre:
  1. Una raccolta firme per abbassare la pressione fiscale locale (nel caso in cui la politica non lo faccia motu proprio);
  2. Una ricognizione delle politiche sociali a sostegno delle famiglie in difficoltà economiche e/o di altra natura;
  3. Capire e verificare, se dopo tutto questo fiorire di antenne e ripetitori vari nel nostro territorio, le condizioni di legge in materia di tutela della salute pubblica a Ciminna sono ancora rispettate.
Come diceva Don Puglisi:  “se ognuno fa qualcosa si può fare molto”.

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