mercoledì 9 novembre 2011

"Relax Yene Kongiu, you're in Africa."



Correva l'anno 2006, era esattamente il 4 ottobre e stavamo atterrando ad Addis Ababa. Mi ero trasferito dalla Gran Bretagna in Etiopia.
Dall’alto Addis sembrava infinita, si estendeva per una superficie incredibilmente vasta, erano almeno 10 minuti che la sorvolavamo e pareva non dovesse finire mai. Avevo molto sonno, per la prima volta non ero riuscito a dormire durante il volo, ed ero in preda ad uno stato di forte eccitazione da novità, cose che non si conciliano bene fra loro, era la prima volta che atterravo ad Addis Ababa, "Nuovo fiore" in italiano.
Erano le sette circa quando il Boeing 777 dell’Ethiopian Airlines, partito circa sei ore prima dall'aereoporto Leonardo da Vinci di Roma, concludeva il suo rumorosissimo atterraggio sull'unica pista dell'aereoporto.
I passeggeri avevano cominciato ad alzarsi e ad agitarsi molto prima che l’hostess desse il rompete le righe, desse il via libera, ciascuno aveva cominciato a tirare fuori dalle cappelliere le proprie cose, ad accendere i cellulari, a chiamare e a ricevere telefonate. Nell'atmosfera si respirava un misto di eccitazione, attesa e felicità. Molti di loro tornavano in patria dopo anni e anni.