giovedì 9 maggio 2013

ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI PEPPINO IMPASTATO.

Una persona dal cuore grande e dal coraggio immenso, un giusto e un figlio del popolo. Inarrivabile per la gente di  Sicilia che ancora rispetta mafiosi e affini.
Un gigante che si erge al di sopra di tutti i vermi siciliani che a vario titolo giustificano e alimentano una cultura mafiosa ancora forte, che pervade il modo di vivere e di agire di troppi nella nostra isola.
Un esempio mai seguito, se non a chiacchiere, anche dalla stragrande maggioranza dei ragazzi e dei nostri giovani. 
Peppino,  uno che aveva il coraggio, 35 anni anni, fa di sfottere il boss del suo paese Tano Badalmenti (nome che all'epoca faceva tremare) chiamandolo toro seduto e denunciando le commistioni tra la mafia e la politica.
Per capire il coraggio di Peppino bisogna pensare che 35 anni fa in Sicilia la gente aveva paura anche solo a pronunciare la parola mafia, la Chiesa non celebrava i funerali dei comunisti mentre nello stesso tempo diceva che la mafia era un'invenzione politca dei nemici della Democrazia Cristiana.
Peppino era avanti era oltre. La mafia lo ha ammazzato senza nemmeno avere il coraggio di attribuirsene l'azione, perchè ammazzare Peppino era ammazzare un giovane giusto e coraggioso.
Peppino  aveva scelto da che parte stare senza se e senza ma, lui stava dalla parte dell'onestà e della convivenza civile basate su regole condivise. 
Peppino stava dalla parte della gente normale anche se sapeva di essere solo, anche se sapeva che quella gente non lo avrebbe mai sostenuto pubblicamente, per paura, per vigliaccheria o per cultura.
Quando Peppino è stato ammazzato io ero solo  un ragazzino non capivo bene la sua battaglia, ma Peppino mi era simpatico, vedevo (raramente) la sua foto e leggevo qualcosa su di lui sul giornale l'Ora. Lui aveva la faccia buona e onesta e diceva cose che nessuno diceva. Cappi meglio più avanti, il mio primo voto politico lo espressi in  suo onore, votai Democrazia Proletaria, votai Mario Capanna, era il 1983 a Ciminna DP prese due voti uno era il mio.
Io ero istintivamente dalla sua parte, e oggi lo sono ancor di più, perchè bisogna essere contro  l'ipocrisia di coloro i quali ancora pochi giorni fa, hanno celebrato la scomparsa di Andreotti come la scomparsa di uno statista.
Andreotti qando veniva in Sicilia veniva ad incontrare Lima e i Salvo, non certo Peppino, e sono sicuro che Peppino ad Andreotti non avrebbe mai stretto la mano.
Un sentito tributo va anche alla mamma di Peppino, Felicia Bartolotta, una grande donna e una grande mamma siciliana.
Ciao Peppino.

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