mercoledì 13 novembre 2013

Appello ad un ex comunista.



L’aumento delle tasse e delle imposte deliberato lo scorso anno dall’attuale amministrazione comunale sta dando i suoi frutti.
La gente non sa più dove trovare i soldi per pagare le bollette, i titolari degli esercizi commerciali lamentano un calo del giro d’affari molto consistente, gli artigiani vivono un momento di grossa difficoltà, le famiglie tirano la cinghia.
Saremmo di sicuro ingiusti se dicessimo che la responsabilità delle difficoltà economiche nelle quali versa la popolazione ciminnese è tutta in capo all’amministrazione comunale, vi è di certo un concorso di colpe equamente distribuite.
Sono aumentate le tasse e le imposte a livello nazionale, regionale e comunale. Ciascuno ha fatto la propria parte.
Una concomitanza di aumenti che innestandosi su una grave crisi occupazionale, che si fa ogni giorno più preoccupante, ha dato vita ad una tempesta economica perfetta, e dentro questa tempesta stiamo affogando tutti noi.
Pur ammettendo che la insopportabilità del livello d’imposizione e di tassazione non è ovviamente da attribuire tutto all’amministrazione comunale, tuttavia non possiamo negare l’evidenza dei fatti, e cioè a dire che la parte giocata dall’amministrazione comunale nella partita del prosciugamento delle nostre tasche è rilevantissima.
Lo scorso anno infatti siamo abbiamo assistito a quello che io ho definito una vera e propria “rastulata”:
  • aumento TARSU 78%;
  • aumento canone acqua 75%;
  • introduzione addizionale Irpef comunale dello 0’40
  • e l’istituzione dell’IMU sulle seconde case dello 0,86
Questi aumenti sono costati ai ciminnesi un esborso complessivo di diverse centinaia di migliaia di euro.
Soldi presi dalle nostre tasche e buttati nell’acqua torbida del pozzo senza fondo della macchina comunale.
A fronte di questo impoverimento delle famiglie ciminnesi, pianificato e realizzato dolosamente dall'amministrazione comunale, noi ci chiediamo quali siano stati i benefici per la collettività.
Si è visto un miglioramento dei servizi erogati? Abbiamo visto più interventi nel sociale? Abbiamo visto un aumento dei lavori pubblici comunali? Questo lo lascio decidere al lettore.
Quello che abbiamo invece visto tutti di sicuro è che nel novembre del 2012, il consiglio comunale approvava il bilancio di previsione, nel quale si prendeva atto dell’esistenza di un cospicuo avanzo d’amministrazione pari a  540.000 euro.
In buona sostanza l’amministrazione ha prelevato i soldi dalle nostre tasche e li ha depositati sul conto del Comune.
Un’operazione senza senso antieconomica e depressiva: sottrarre soldi dal circolo virtuoso del commercio e dell'economia locale, per andarli ad inserire nel circolo certamente vizioso e poco chiaro del bilancio del Comune.
Il risultato di queste operazioni è sotto gli occhi di tutti: gente che non può pagare le bollette, l’ufficio tributi del Comune assediato da persone che imprecano contro le tasse e chiedono dilazioni di pagamento, il commercio e l'artigianato locale mortificati e un aumento diffuso delle difficoltà economiche delle famiglie.
Se uno la sera si fa un giro per Ciminna nota che nei bar e negli  altri locali ciminnesi non c’è più nessuno, lavori privati in giro ce ne pochissimi:  c’è il deserto. Se chiedete agli esercenti commerciali come vanno le cose rispondono che è uno schifo, e alcuni di loro affermano che saranno a breve costretti a chiudere.
In mezzo a questo desolante quadro economico l’amministrazione comunale e la sua maggioranza consiliare hanno pensato bene che la priorità per i ciminnesi non fosse provare a ridurre la tassazione ingiustamente aumentata e creare occasioni di lavoro, ma fosse quella di approvare una modifica al regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale.
Modifica che è molto mortificante per l’istituzione Consiglio Comunale,  ma lo è ancor di più per chi l’ha votata, perchè ci rende la dimensione plastica del valore politico che la maggioranza consiliare attribuisce a se stessa e al dibattito aperto e democratico. Tralascio ogni facile battuta su questo argomento e mi soffermo solo a dire che il Consiglio Comunale è per un Comune l’equivalente del Parlamento per la Nazione: cioè il posto dove si parla, si discute, si dibatte e si vota. 
Il Consiglio Comunale è il luogo dell’esercizio pubblico e trasparente della democrazia, chi non accetta il confronto non è adeguato per quel luogo pensato per essere il luogo dove si "producono" le scelte migliori per Ciminna, in modo chiaro e limpido e soprattutto spiegato a tutti.
A Ciminna la maggioranza consiliare ha deciso invece che non è necessario, parlare dibattere, confrontarsi e far conoscere alla cittadinanza le ragioni delle sue scelte, la maggioranza ha deciso che basta entrare nell'aula consiliare, sedersi, ascoltare e infine alzare la mano per votare si a tutto quello che funzionari sindaco e giunta propongono. Perché a questo si è ridotto a Ciminna il ruolo del consigliere comunale, un ruolo molto simile al nulla politico.
E pensare che questo consiglio era partito, almeno nelle dichiarazioni, con ben altre promesse e un’apertura verso la cittadinanza molto apprezzabile. Evidentemente erano tutte chiacchiere vuote.
La maggioranza consiliare  è passata dalla volontà di trasmettere via web le sedute del consiglio all’elemosina dei 5 minuti a consigliere per parlare, chiarire spiegare e dibattere sui punti all’odg. Una cosa ridicola. Pensate che si celebra in media un consiglio ogni mese e mezzo.
Senza contare che pare che anche le richieste di documentazione fatte dai consiglieri comunali debbano avere il nulla osta del sindaco prima di essere concesse.
Se il consiglio si chiude alla cittadinanza e non spiega e non si confronta, evolve e diventa una sorta di aula bunker opaca, chiusa e ostile per tutti a cominciare dai rappresentanti del popolo.
Sono segnali molto brutti che delegittimano ancora di più la classe politica ciminnese e allontanano dall'istituzione comunale  quei cittadini che vorrebbero dare pulitamente il loro contributo verso il bene comune. 
Il "cupio dissolvi" della pratica democratica a Ciminna sarà forse in questo momento utile (ma ne dubito molto) a chi lo ha voluto, ma sarà senz'altro dannosissimo per tutti i ciminnesi.
Concludo ritornando alle tasse e alla situazione economica: rivolgo un appello all’assessore al bilancio, che conosco come uomo di sinistra e come sindacalista.
Assessore Sarullo: ti ho aspramente criticato per l’aumento delle tasse perché credo fermamente che un uomo politico e a maggior ragione un uomo politico di sinistra è e deve essere un uomo che opera per il popolo, oggi ci sono le condizioni di bilancio per un abbassamento importante della pressione fiscale locale, l’appello che ti rivolgo a nome dei Ciminnesi è quello di ridurre in maniera consistente la tassazione e il livello delle imposte. Bisogna ridare respiro alle famiglie ciminnesi.
Assessore Sarullo, se ancora ricordi cosa significa essere comunista allora sono certo che saprai battere un colpo, se non ci riesci allora dimettiti.


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