L’aumento delle tasse e delle
imposte deliberato lo scorso anno dall’attuale amministrazione comunale sta
dando i suoi frutti.
La gente non sa più dove trovare
i soldi per pagare le bollette, i titolari degli esercizi commerciali lamentano
un calo del giro d’affari molto consistente, gli artigiani vivono un momento di
grossa difficoltà, le famiglie tirano la cinghia.
Saremmo di sicuro ingiusti se
dicessimo che la responsabilità delle difficoltà economiche nelle quali versa
la popolazione ciminnese è tutta in capo all’amministrazione comunale, vi è di certo un
concorso di colpe equamente distribuite.
Sono aumentate le tasse e le
imposte a livello nazionale, regionale e comunale. Ciascuno ha fatto la propria
parte.
Una concomitanza di aumenti che innestandosi
su una grave crisi occupazionale, che si fa ogni giorno più preoccupante, ha
dato vita ad una tempesta economica perfetta, e dentro questa tempesta stiamo
affogando tutti noi.
Pur ammettendo che la insopportabilità
del livello d’imposizione e di tassazione non è ovviamente da attribuire tutto all’amministrazione
comunale, tuttavia non possiamo negare l’evidenza dei fatti, e cioè a dire che
la parte giocata dall’amministrazione comunale nella partita del prosciugamento delle
nostre tasche è rilevantissima.
Lo scorso anno infatti siamo
abbiamo assistito a quello che io ho definito una vera e propria “rastulata”:
- aumento TARSU 78%;
- aumento canone acqua 75%;
- introduzione addizionale Irpef comunale dello 0’40
- e l’istituzione dell’IMU sulle seconde case dello 0,86
Questi aumenti sono costati ai
ciminnesi un esborso complessivo di diverse centinaia di migliaia di euro.
Soldi presi dalle nostre tasche e
buttati nell’acqua torbida del pozzo senza fondo della macchina comunale.
A fronte di questo impoverimento
delle famiglie ciminnesi, pianificato e realizzato dolosamente dall'amministrazione comunale, noi ci chiediamo quali siano stati i benefici per la collettività.
Si è visto un miglioramento dei
servizi erogati? Abbiamo visto più interventi nel sociale? Abbiamo visto un aumento dei
lavori pubblici comunali? Questo lo lascio decidere al lettore.
Quello che abbiamo invece visto
tutti di sicuro è che nel novembre del 2012, il consiglio comunale approvava il bilancio
di previsione, nel quale si prendeva atto dell’esistenza di un cospicuo avanzo
d’amministrazione pari a 540.000 euro.
In buona sostanza l’amministrazione
ha prelevato i soldi dalle nostre tasche e li ha depositati sul conto del
Comune.
Un’operazione senza senso
antieconomica e depressiva: sottrarre soldi dal circolo virtuoso del commercio
e dell'economia locale, per andarli ad inserire nel circolo certamente vizioso e poco chiaro
del bilancio del Comune.
Il risultato di queste operazioni
è sotto gli occhi di tutti: gente che non può pagare le bollette, l’ufficio
tributi del Comune assediato da persone che imprecano contro le tasse e
chiedono dilazioni di pagamento, il commercio e l'artigianato locale mortificati e un aumento diffuso
delle difficoltà economiche delle famiglie.
Se uno la sera si fa un giro per
Ciminna nota che nei bar e negli altri
locali ciminnesi non c’è più nessuno, lavori privati in giro ce ne pochissimi: c’è il deserto. Se chiedete agli
esercenti commerciali come vanno le cose rispondono che è uno schifo, e alcuni di loro affermano che saranno a breve costretti a chiudere.
In mezzo a questo desolante
quadro economico l’amministrazione comunale e la sua maggioranza consiliare hanno
pensato bene che la priorità per i ciminnesi non fosse provare a ridurre la
tassazione ingiustamente aumentata e creare occasioni di lavoro, ma fosse quella di approvare una modifica al
regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale.
Modifica che è molto mortificante
per l’istituzione Consiglio Comunale, ma
lo è ancor di più per chi l’ha votata, perchè ci rende la dimensione plastica del
valore politico che la maggioranza consiliare attribuisce a se stessa e al dibattito
aperto e democratico. Tralascio ogni facile battuta su questo argomento e mi
soffermo solo a dire che il Consiglio Comunale è per un Comune l’equivalente
del Parlamento per la Nazione: cioè il posto dove si parla, si discute, si dibatte e si vota.
Il Consiglio Comunale è il luogo dell’esercizio pubblico e trasparente della
democrazia, chi non accetta il confronto non è adeguato per quel luogo pensato per essere il luogo dove si "producono" le scelte migliori per Ciminna, in modo chiaro e limpido e soprattutto spiegato a tutti.
A Ciminna la maggioranza consiliare
ha deciso invece che non è necessario, parlare dibattere, confrontarsi e far
conoscere alla cittadinanza le ragioni delle sue scelte, la maggioranza ha deciso
che basta entrare nell'aula consiliare, sedersi, ascoltare e infine alzare la
mano per votare si a tutto quello che funzionari sindaco e giunta propongono. Perché a questo si è ridotto a Ciminna il ruolo del consigliere
comunale, un ruolo molto simile al nulla politico.
E pensare che questo consiglio
era partito, almeno nelle dichiarazioni, con ben altre promesse e un’apertura verso la cittadinanza
molto apprezzabile. Evidentemente erano tutte chiacchiere vuote.
La maggioranza consiliare è passata dalla volontà di trasmettere via web
le sedute del consiglio all’elemosina dei 5 minuti a consigliere per parlare, chiarire
spiegare e dibattere sui punti all’odg. Una cosa ridicola. Pensate che si celebra in media un consiglio ogni mese e mezzo.
Senza contare che pare che anche
le richieste di documentazione fatte dai consiglieri comunali debbano avere il
nulla osta del sindaco prima di essere concesse.
Se il consiglio si chiude alla
cittadinanza e non spiega e non si confronta, evolve e diventa una sorta di aula bunker opaca, chiusa e ostile per
tutti a cominciare dai rappresentanti del popolo.
Sono segnali molto brutti che delegittimano
ancora di più la classe politica ciminnese e allontanano dall'istituzione comunale quei cittadini
che vorrebbero dare pulitamente il loro contributo verso il bene comune.
Il "cupio dissolvi" della pratica democratica a Ciminna sarà forse in questo momento utile (ma ne dubito molto) a chi lo ha voluto, ma sarà senz'altro dannosissimo per tutti i ciminnesi.
Concludo ritornando alle tasse e
alla situazione economica: rivolgo un appello all’assessore al bilancio, che
conosco come uomo di sinistra e come sindacalista.
Assessore Sarullo: ti ho aspramente
criticato per l’aumento delle tasse perché credo fermamente che un uomo politico
e a maggior ragione un uomo politico di sinistra è e deve essere un uomo che opera per il popolo, oggi ci
sono le condizioni di bilancio per un abbassamento importante della pressione fiscale
locale, l’appello che ti rivolgo a nome dei Ciminnesi è quello di ridurre in
maniera consistente la tassazione e il livello delle imposte. Bisogna ridare respiro alle famiglie ciminnesi.
Assessore Sarullo, se ancora ricordi cosa significa
essere comunista allora sono certo che saprai battere un colpo, se non ci riesci
allora dimettiti.
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