
Ragioniamo sugli effetti di questo cambiamento.
Gli anni precedenti i genitori
potevano comprare il numero di buoni pasti che volevano, e giornalmente, se il
loro figlio si recava a scuola, consegnavano al bambino un buono pasto per quel
giorno; se un giorno il bambino non si recava a scuola il buono pasto veniva
usato il giorno successivo, quando il numero dei buoni acquistati finiva
tornavano ad acquistarne altri.
La mattina gli insegnanti
provvedevano a raccogliere tutti i buoni pasto portati dai bambini che venivano
contati, il numero totale dei pasti necessari per quella giornata veniva
comunicato da un insegnate preposto per quel compito alla ditta fornitrice dei
pasti medesimi.
Quindi vi era giornalmente una
perfetta corrispondenza tra pasti preparati e consegnati alla scuola e pasti
consumati.
Il meccanismo ha funzionato
perfettamente per tre anni.
Quest’anno l’amministrazione
comunale ha voluto cambiare sistema, si passa dai buoni pasti singoli
utilizzabili giornalmente all’abbonamento mensile, cioè il genitore dovrà
comprare per il figlio un coupon di buoni pasto dal costo di 20 euro, e quel
coupon darà diritto al bambino ai pasti per un intera mensilità. Finito il mese
finisce anche la validità del coupon e la famiglia ne dovrà acquistare un
altro.
Questo significa che la scuola
non ha più l’obbligo di comunicare giornalmente alla ditta fornitrice il numero dei pasti necessari per quella
giornata, la scuola con il nuovo sistema, avrà semplicemente l'obbligo di comunicare mensilmente il numero degli alunni che hanno comprato l'abbonamento, perché adesso gli alunni avranno acquistato una sorta di abbonamento
mensile, e quindi la ditta dovrà preparare e consegnare giornalmente un numero
di pasti corrispondenti al numero degli alunni che frequentano le classi con
regime di tempo pieno e che hanno acquistato il coupon per quel mese.
Prima conseguenza: con il sistema
passato non andava sprecato un solo pasto, adesso bisogna dare la possibilità ai genitori che hanno acquistato i pasti per l'intero mese di venire a scuola e ritirare il pasto per il figlio assente, oppure tutti i pasti dei bambini assenti.dovranno essere buttati nella
spazzatura cosa che nessuno si augura.
Qualcuno potrebbe obiettare che il pasto verrà preparato solo per i bambini presenti, cosa illogica perche con il nuovo sistema il genitore acquista i pasti per tutti i giorni del mese nei quali c'è attività scolastica, d'altronde lo stesso capo area ha parlato di un abbonamento che da diritto ai pasti per l'intero mese, quindi il genitore che ha acquistato i pasti per l'intero mese ha diritto di venire a scuola e ritirare il pasto che il figlio assente non ha potuto consumare.
Qualcuno potrebbe obiettare che il pasto verrà preparato solo per i bambini presenti, cosa illogica perche con il nuovo sistema il genitore acquista i pasti per tutti i giorni del mese nei quali c'è attività scolastica, d'altronde lo stesso capo area ha parlato di un abbonamento che da diritto ai pasti per l'intero mese, quindi il genitore che ha acquistato i pasti per l'intero mese ha diritto di venire a scuola e ritirare il pasto che il figlio assente non ha potuto consumare.
Ieri sera, il capo area del
comune, chiamato a delucidare in consiglio comunale le ragioni di questo
cambiamento, affermava che questa nuova modalità si è resa, a suo giudizio,
necessaria perché l’ufficio comunale preposto a vendere ai genitori i buoni
pasto era sempre intasato dalle mamme (parole del capo area) che giornalmente e
a tutte le ore si recavano ad acquistare i buoni pasto, mentre adesso le mamme
dovranno recarsi al comune una sola volta al mese e quindi l’ufficio comunale e
gli impiegati preposti al servizio vendita pasti avranno sollievo da questa
nuova organizzazione.
Il capo area diceva che
soprattutto le mamme di famiglie con difficoltà economiche, si recavano al
municipio anche per acquistare 4, 5 buoni pasto per volta, cioè una volta la
settimana, essere in condizioni economiche disagiate adesso viene considerata una colpa.
Il capo area, il sindaco e
l’assessore dimenticano colpevolmente che adesso i genitori dovranno recarsi
presso l’ufficio postale per fare il versamento, poi con questo versamento in mano dovranno
recarsi al comune per prendere il coupon dei pasti.
Domanda? Il capo area, il sindaco
l’assessore alla pubblica istruzione sono mai andati all’ufficio postale di
Ciminna?
I signori teste nominati sanno
bene che presso l’ufficio postale ci sono sempre lunghe code e questo ufficio
verrà ulteriormente intasato, ricordiamoci che i genitori che devono fare il
versamento sono oltre cento.
L’operazione voluta da questa
amministrazione, che aveva detto e scritto, di volere servire meglio la
cittadinanza anche riorganizzando il lavoro degli uffici comunali, non farà
altro che arrecare disagio alle signore e ai genitori che si vedranno costretti
a perdere intere ore in coda all’ufficio postale in attesa di fare il
versamento. Tutto ciò al fine di evitare inesistenti code presso l’ufficio
comunale, e per alleviare il lavoro degli impiegati , i quali sanno bene che
servire il pubblico è loro dovere.
Va detto per chiarezza e
completezza di informazione, che negli anni passati l’orario e i giorni nei
quali le mamme potevano recarsi ad acquistare i buoni pasto era regolamentato
(cosa che nessun consigliere comunale ha ricordato al capo area), cioè vi erano
dei giorni e delle fasce orarie stabilite, quindi i presunti intasamenti di cui
parlava il capo area (se avvenivano a me e agli altri genitori non risulta),
avvenivano in giorni stabiliti e in orari stabiliti e non di certo a qualsiasi
ora e in qualsiasi giorno come da lui affermato.
Va altresì, ricordato al capo
area e agli amministratori, che il comune di Ciminna ha un numero sufficiente
di buoni impiegati comunali per potere tranquillamente continuare a svolgere
questo servizio come negli anni precedenti, e che gli impiegati di un pubblico
ufficio sono al servizio del cittadino contribuente.
Va ricordato al capo area e agli
amministratori, che i cittadini che si recano al comune non disturbano nessuno,
vanno semplicemente ad usufruire di un servizio pubblico a loro dovuto e pagato
con le loro tasse.
Analizziamo adesso i costi: chi ci rimette e chi ci risparmia.
La mensa scolastica è un servizio
a richiesta individuale, dovuto ai cittadini contribuenti, nel momento in cui hanno
figli che frequentano classi scolastiche
con regime orario a tempo pieno, a Ciminna , sono a regime di tempo pieno la II
A e le IV A e B.
Dal punto di vista finanziario
tale servizio è definito a compartecipazione, cioè una percentuale del suo
costo (stabilità dalla legge) è a carico
delle famiglie, la rimanente percentuale è a carico delle casse comunali ( che
ricordo vengono alimentate con i soldi di tutti noi).
Il capo area e l’intera
amministrazione, che ha condiviso e fatto propria la proposta del capo area
medesimo, diceva ieri sera, che lo scorso anno il servizio mensa è costato al
comune circa 28.000 euro, continuava dicendo che la nuova modalità consentirà
un risparmio per le casse comunali, affermava, altresì (contraddicendosi) che
la nuova modalità grosso modo costerà alle famiglie la stessa cifra dello
scorso anno. Assolutamente impreciso.
Perché se il costo del pasto
rimane invariato e il comune con il nuovo servizio risparmierà allora qualcun
altro dovrà pagare di più.
Ho provato a fare due conti
relativi alla fattispecie dei costi nella scuola primaria che di seguito
espongo.
Normalmente (parlo per
esperienza) un bambino di scuola primaria frequenta la scuola ogni giorno, la
media delle assenze che un alunno fa e di circa otto giorni l’anno, Si va da
chi fa una o due assenze l’anno e chi raggiunge circa 16/17. Gli insegnanti
annualmente sul registro fanno un report delle assenze per ciascuna classe.
Ipotizziamo che lo scorso hanno
scolastico ci sia stato un numero di giorni di mensa pari a quello di
quest’anno.
Stamane, ho preso il calendario,
ho contato i giorni di mensa previsti per quest’anno (quattro giorni a
settimana scuola primaria) ho sottratto le festività e il risultato è stato di
112 giorni, da questo risultato ho sottratto gli otto giorni di media di assenze
per anno e ho moltiplicato per 1,83 che era il costo di un pasto nello scorso
anno, risultato 192 euro.
Quindi ciascuna famiglia con il
vecchio sistema avrebbe speso mediamente 192 euro per ciascun figlio.
Con il nuovo sistema basta
moltiplicare il numero dei mesi, visto che un coupon costa 20 euro e ha valenza
mensile, per 8 cioè il numero dei mesi durante i quali il comune fornirà il servizio mensa, risultato: 20 X 8
= 160 euro.
Benissimo, dirà ognuno di noi,
stiamo risparmiando 32 euro.
Si ma c’è qualcosa che non
quadra, perché se il costo del pasto è rimasto lo stesso dello scorso anno, a
cosa è dovuto questo risparmio? Forse ad un abbassamento della qualità dei
pasti? Questo nessuno se lo sognerebbe mai, d’altronde a parità di costo ci
aspettiamo la stessa qualità dello scorso anno e inoltre i pasti sono
assaggiati ogni giorno dagli insegnati e talvolta anche dal Dirigente o da un
suo delegato, che di proposito viene a controllare.
Allora l’unica spiegazione è che
quello che risparmierò io, lo pagherà qualcun altro al mio posto e questo non è
giusto.
Chi sarà a pagare al mio posto?
Le famiglie che hanno i bambini che frequentano la scuola dell’infanzia, i
quali per variegate ragioni fanno un media di 30 giorni di assenza l’anno?
Questo appare molto verosimile.
Questo appare molto verosimile.
Di certo non risparmierà il
comune poichè la ditta fornitrice dovrà,come già detto in precedenza, preparare
e consegnare un numero di pasti corrispondente al numero degli abbonamenti
mensili venduti, perché questo nuovo sistema non impegna più l’Istituzione
Scolastica I.C. di Ciminna a comunicare giornalmente il numero dei bambini
presenti aventi diritto al pasto, perché le famiglie hanno acquistato un
abbonamento mensile, quindi il pasto deve essere preparato e consegnato alla
scuola, se poi il bambino è assente allora il pasto potrebbe andarea a finire nella
spazzatura.
Se ne deduce che la ditta fornitrice dei pasti alla fine chiederà al comune che gli vengano pagati tanti pasti quanti sono i bambini abbonati al servizio mensa, e il comune dovrà versare la sua quota di compartecipazione su questo totale non risparmiando un centesimo anzi tutt’altro.
Se ne deduce che la ditta fornitrice dei pasti alla fine chiederà al comune che gli vengano pagati tanti pasti quanti sono i bambini abbonati al servizio mensa, e il comune dovrà versare la sua quota di compartecipazione su questo totale non risparmiando un centesimo anzi tutt’altro.
Lo scorso anno le famiglie
pagavano quello che consumavano per il numero reale dei pasti consumati, e il
comune compartecipava per il numero dei
pasti realmente consumati, la ditta fornitrice forniva il numero dei pasti
realmente necessari.
Con questo nuovo metodo si è
passati dai dati reali all’approssimazione più totale.
Gli unici dati reali sono che i
genitori che hanno figli che non si ammalano e non fanno assenze, pagheranno
meno di quello che consumano, quelli che hanno figli che per vari motivi fanno
più assenze (in particolare quelli della scuola dell’infanzia) pagheranno più
di quello che consumano.
Per evitare questa ingiustizia deve essere data la possibilità ai genitori di venire (se vogliono) a ritirare il pasto anche quando il loro figlio non è a scuola.
Per evitare questa ingiustizia deve essere data la possibilità ai genitori di venire (se vogliono) a ritirare il pasto anche quando il loro figlio non è a scuola.
Sicuramente, tutta questa
approssimazione si sarebbe potuta evitare se sindaco, capo area e assessore
alla cultura, avessero avuto maggiore senso del loro ruolo istituzionale e avessero
risposto all’invito del Dirigente scolastico, venendo all’incontro che il
medesiomo, aveva organizzato, per far sedere attorno allo stesso tavolo: se
stessa, i genitori rappresentanti di classe, gli insegnanti, il rappresentante della ditta che
fornisce i pasti, e appunto, amministratori comunali e capo area.
Sicuramente in quella sede gli
amministratori parlando con chi dentro la scuola ci vive tutti i giorni,
avrebbero avuto la possibilità di capire meglio e quindi di fare scelte
migliori.
Fa specie notare, che anziché
lavorare per redigere il (dovuto per legge) regolamento, per gestire bene e
legalmente il servizio, il capo area e gli amministratori si trovino d’accordo
nel lavorare per trovare un sistema che eviti intasamenti nell’ufficio comunale
preposto, intasamenti ripeto inesistenti perché i buoni si potevano acquistare
solo in giorni e fasce orarie stabilite dall’amministrazione.
Fa specie, infine sentire che un
amministratore esperto e navigato, quale è l’assessore alla pubblica istruzione
ieri sera abbia paragonato il servizio mensa con il corso di danza che la
scuola sta organizzando.
E’ paradossale che l’assessore
alla pubblica istruzione, paragoni la spesa che le famiglie sostengono per
tutto quello che riguarda l’istruzione dei propri figli, con la spesa per il
corso di danza.
Com’è possibile che un assessore
alla pubblica istruzione faccia un affermazione tanto sprovveduta?
Sappia l’assessore che la scuola primaria è scuola dell’obbligo,
il corso di danza è facoltativo.
La scuola prepara il futuro dei
nostri figli e del nostro paese, il corso di danza è un attività fisica
piacevole e di svago alla quale le famiglie aderiscono solo se vogliono.
Da un assessore preposto a
gestire le problematiche della pubblica istruzione nel nostro paese ci si
aspetterebbe più partecipazione alla vita della scuola, più sensibilità e meno
frasi in libertà.
PS per chi avesse voglia di capire di più sulla normativa vigente in tema di ristorazione scolastica ecco un link:
Ben detto, ottima sintesi, finalmente ieri sera si è capito perchè non si sono presentati all'incontro organizzato dalla Dirigenza Scolastica. Gli inviti vanno fatti per tempo, 5 giorni sono stati ritenuti insufficienti e soprattutto vanno concordati preventivamente.
RispondiEliminaIeri sera nessuna è stato in grado di spiegare al Consiglio come dovrà funzionare la mensa, solo approssimazione anche nelle forme,infatti, non avevano previsto neanche la immediata esecutività della delibera bloccando di fatto l'inizio dell'avvio della Mensa. Solo una forzattura della normativa ha consentito di approvare la immediata esecutività della delibera, mi auguro che in fase si valutazione del LED se ne tenga conto.
Suggerisco a tutti i genitori che per motivi vari i loro figli non potranno andare a scuola di recarsi alla mensa a ritirare il pasto loro spettante per diritto.
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