Ieri sera abbiamo assistito allo
spettacolo preparato da bambini, docenti
e genitori nell’ambito dei cosiddetti P.O.N.
Lo spettacolo è stato molto bello, in molti passaggi si percepiva il
lavoro attento e la guida sapiente, di educatori e docenti.
I bambini, come al solito sono
stati grandi, d’altronde i bambini sono sempre uno spettacolo.
Il filo conduttore delle
performance era la legalità, termine importante che comprende e indica il
vivere secondo legge e il comportarsi secondo regole.
Negli ultimi tempi il termine
legalità è, ed è stato sulla bocca di tutti, è stato usato da chiunque, abusato,
violentato, inflazionato quasi svuotato di significato, se pensiamo che
(soprattutto fra i politici) tutti parlano di legalità, salvo poi scoprire che
i comportamenti illegali, corruttivi e mafiosi nella pubblica amministrazione, sono
ben lungi da approdare a percentuali europee, cioè a percentuali di
sopportabilità sociale, salvo poi scoprire che alcuni tra coloro i quali
parlano di legalità finiscono in carcere per mafia, per corruzione o altro.
Io credo però che parlare di legalità a
scuola, parlare di legalità ai bambini e soprattutto farne il filo conduttore di una manifestazione pubblica, è un seme positivo che nel tempo darà i suoi
frutti, d’altra parte ieri sera ho assistito ad una grande rivoluzione che qui
voglio segnalare.
Ciminna è passata dal dire che la
mafia non esiste (a questo proposito chiarirò in appresso) alle parole chiare e
inequivocabili della Dr.ssa Urso Miano, che nel presentare il lavoro svolto
assieme ai genitori, ha affermato che la cultura mafiosa è una "subcultura", cioè
una non cultura che va sconfitta e cancellata con i comportamenti privati di
tutti noi, ma anche con l’affermazione della cultura della legalità e del
rispetto delle regole; i ciminnesi presenti hanno manifestato di condividere
quelle parole anche con un sentito applauso.
Io credo, che ieri sera abbiamo assistito
ad un passaggio importante nella storia culturale della nostra comunità, che ha
avuto una sua lenta maturazione con fasi intermedie, e che finalmente fa
giustizia definitiva del sentire dei ciminnesi rispetto al fenomeno mafioso e in particolare di un accadimento di un paio di decenni fa, quando in
pieno scandalo Giaccone (sindaco pentito di Baucina) alcuni nostri compaesani
intervistati dai giornalisti di Samarcanda (trasmissione televisiva di Michele
Santoro) affermavano senza vergogna e senza pudore, che la mafia non esisteva.
Quelle interviste andarono in
onda su scala nazionale, dipingendo Ciminna come il perfetto stereotipo della
comunità siciliana in mano alla mafia economicamente, socialmente e
culturalmente, quelle interviste hanno fatto vergognare (all’epoca) molti
ragazzi ciminnesi.
Io credo che ieri sera i docenti,
i genitori e i bambini hanno cancellato pubblicamente quella vergognosa pagina pubblica della
nostra storia.
La manifestazione di ieri sera ha affermato, almeno
dal punto di vista delle affermazioni di principio, che anche a Ciminna l’opinione pubblica è
consapevole che il fenomeno mafioso, non solo esiste ma ci danneggia.
Ciminna ha fatto dire ai suoi figli che il fenomeno mafioso è frutto
di una visione retrograda e paraculturale della società, fenomeno che parassita la Sicilia e i siciliani onesti, e
che impone la propria volontà sulla società civile attraverso la violenza e la
prevaricazione.
I mafiosi in un futuro prossimo,
saranno definitivamente considerati anche a Ciminna, parassiti che si
arricchiscono ai danni degli onesti, che trafficano nelle vicende più losche e torbide
e che quindi vanno considerati criminali e nient’altro, d’altra parte chi usa
la violenza per affermarsi cos’altro può essere considerato se non un
criminale.
Questo ho notato ieri sera e
questo ho voluto condividere con voi, ringraziando chi ha voluto e lavorato per realizzare lo spettacolo, sperando che chi ha responsabilità
istituzionali di qualsiasi tipo a Ciminna, capisca che la Comunità progredisce
solo nel rispetto della legge, sperando che tutti noi riusciamo a
realizzare che, anche i comportamenti di tolleranza nei confronti di quello che
legale non è, determinano un accumulo di tossine lento e inesorabile che
infetta tutto e tutti.
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