sabato 16 dicembre 2017

Nuovo fiore (La mia Addis Abeba).




















Addis disperata che si trascina senza gambe per le strade,
Addis seppellita da palazzi violenti,
Addis di tutti e di nessuno,
Addis che t’implora, ti sorride e ti disprezza.

Addis che vende le sue cosce fredde su marciapiedi neri,
Addis pelle di scuro velluto che ride forte per annegare l’anima,
Addis che muore di notte e risorge con il sole del mattino,
Addis che ti mostra le sue mani piene di cose che non possiede più.

Addis senza pietà sui fuoristrada di splendide signore con occhiali fieri,
Addis che distribuisce il pane a chi non esiste più,
Addis degli stranieri che l'han capita guardando dalle loro finestre chiuse,
Addis che ti chiama con voce ferma dalle sue moschee.

Addis che incede elegante su tacchi a spillo affondati nella polvere,
Addis che a pochi scopre i suoi anfratti bui,
Addis che scompare dentro occhi a mandorla dalla pelle pallida,
Addis che non capisce, che urla e si dimena stanca.

Addis velata di bianco abbagliante nei giorni di festa,
Addis vestita di luridi stracci e di borse di plastica,
Addis delle Mercedes nere che infilano alberghi di lusso,
Addis che divora se stessa.

Addis orgogliosa di un passato  senza futuro,
Addis che parte e che ritorna,
Addis che illude e che tradisce,
Addis tutto, Addis  niente.

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