Prima di riflettere sul comizio
di ieri sera vogliamo iniziare con alcune proposte per abbassare le tasse.
Dal 1 novembre gli assessori e il
Presidente del Consiglio del comune di Bagheria non percepiranno più un euro di
indennità, in quanto le hanno azzerate, dal 1 novembre saranno al servizio
della comunità a titolo gratuito (leggi la notizia)
Stiamo parlando di Bagheria, un
comune di 80.000 abitanti circa, non degli amministratori di un piccolo centro
come Ciminna.
In quanto al sindaco di Bagheria,
il Sig. Lo Meo percepirà solo 925 euro al mese. Meno di quelli che percepirà il
sindaco di Ciminna che, con il previsto taglio del 25% passera da 2300
euro, a 1600 euro circa al mese.
Il confronto fatelo voi
considerando che Bagheria ha 80.000 abitanti e Ciminna non arriva a 4000.
Noi a differenza del capogruppo
di minoranza, che ieri sera ha definito roba da grillini i tagli alle
indennità, diciamo che gli amministratori devono azzerare il loro compenso,
potremmo risparmiare fino a 62.000 euro l’anno e potremmo ridurre considerevolmente
o eliminare l’addizionale Irpef Comunale.
Noi chiediamo anche di eliminare
le figure dei capi area, anche qui il risparmio si aggirerebbe intorno ai
50.000 euro annui, ciò consentirebbe di eliminare del tutto o in parte l’aumento
delle aliquote IMU sulle seconde case.
Aumento TARSU: chiediamo all’amministrazione
di fare una verifica su chi paga e su chi non paga, come stanno facendo per l’ex
ICI; chiediamo inoltre di incrementare
la raccolta differenziata e usare le
risorse recuperate da queste operazioni per abbassare la tassa.
La stessa cosa va fatta per il
canone idrico: bisogna ridurre gli sprechi e colpire chi non paga per abbassare
il canone.
Inoltre chiediamo di verificare altri possibili tagli sempre nella
prospettiva di abbassare le tasse e dare
respiro all’economia di Ciminna e delle sue famiglie.
Passiamo adesso alle
considerazioni sul comizio della minoranza.
Ieri sera, il comizio ha sancito,
a nostro giudizio, due cose importanti:
la prima è la certificazione dell’impossibilità della minoranza di svolgere con
chiarezza e autorevolezza il proprio ruolo in seno al consiglio comunale; la
seconda è la spaccatura interna al
gruppo di minoranza, che si divide così in due gruppetti, uno facente capo al
capogruppo Mannina e l’altro facente riferimento al candidato sindaco Vito
Barone .
Partiamo con argomentare le
ragioni che ci spingono ad affermare quanto sopra analizzando la seconda
evidenza (fino a prova contraria).
Nei giorni scorsi risultava a
molti di noi che seguiamo le vicende politiche di Ciminna, che dopo una lunga
assenza dalla scena politica, il candidato sindaco per la lista “innovazione e
territorio” Vito Barone, avrebbe tenuto un comizio per parlare di questi primi
sei mesi di amministrazione della giunta Catalano.
Ieri sera, abbiamo invece
verificato che il discorso principale lo ha tenuto il consigliere Salvatore Mannina
e abbiamo altresì verificato l’assenza, sul balcone dei comizianti, di Vito
Barone cosa che, a nostro giudizio, fa pensare ad una probabile spaccatura nel
gruppo di minoranza.
Nel tenere questo comizio senza la presenza del leader della lista nella quale lui si è candidato alle comunali, Mannina ha poi voluto lanciare ai ciminnesi un messaggio chiaro: lui si candida a rappresentare l’opposizione e l’alternativa futura all’attuale sindaco, costringendo così il leader della sua lista in un angusto angolo dal quale sarà difficile uscire. Noi attendiamo di capire.
Salvatore Mannina ha senza dubbio
una certa stoffa politica, però (a nostro avviso), è una stoffa
antica che sa di passato, che sa di quella politica che la
maggior parte di noi vorrebbe archiviare.
A riprova di questa volontà di
voltare pagina anche a Ciminna, vi sono i risultati delle regionali, con le 220 schede tra bianche e nulle e le
centinaia di elettrici ed elettori ciminnesi che non si sono recati a votare,
senza contare i 138 voti andati al M5S
senza che quasi nessuno, (a Ciminna), abbia fatto campagna elettorale in favore
di questo movimento che ha come fine ultimo il cambiamento delle classi
politiche.
La seconda verità, molto più
interessante per noi ciminnesi comuni, è che questa minoranza non è nelle
condizioni politiche di svolgere bene il proprio ruolo all’interno del
consiglio comunale, il perché di questo è facile da capire e proveremo ad
argomentarlo.
Sulla testa della minoranza (come
su quella della maggioranza), pesa il macigno del peccato originale che da anni
affligge la politica ciminnese.
Qual è questo peccato?
L’accoppiamento contro natura (politica s’intende).
Tutti noi abbiamo visto che in
occasione delle elezioni comunali, i nostri politici si accoppiano e si “scoppiano”
senza ritegno alcuno, dando spesso origine a incroci contro natura (politica)
che ovviamente generano amministrazioni paralizzate, prive di autorevolezza e
che non possono avere il pregio della chiarezza e della trasparenza. Facciamo
un passo indietro nel tempo.
Nel 2006, l’ex sindaco dr.
Giuseppe Leone, dopo avere condiviso 5 anni di amministrazione con Vito
Catalano, rivestendo il ruolo di vicesindaco prima e di assessore al bilancio
dopo, a qualche giorno dalla fine del mandato, folgorato sulla via per Damasco,
si rende improvvisamente conto che lui sarebbe stato un sindaco migliore di
Vito Catalano, e quindi lancia la sua candidatura in contrapposizione a quella
del sig. Catalano stesso, nella cui giunta rivestiva ancora il ruolo di
assessore.
In questa operazione imbarca quasi tutta l’opposizione al sindaco,
e batte Catalano alle elezioni.
I risultati li abbiamo visto
tutti, il sindaco Giuseppe Leone ha amministrato 5 anni in un clima avvelenato
e in continua tempesta politica.
Tempesta fatta di agguati, di colpi bassi e di zuffe
furibonde che non hanno portato nulla di buono a nessuno, soprattutto nulla di
buono alla gente comune.
Nella giunta capeggiata da Leone, che molti definivano
come una nave senza nocchiero, Salvatore Mannina ha saputo giocare bene le sue
carte, giocando un’astuta, accorta e importante partita politica, salendo alle cronache politiche paesane come colui che
realmente esercitava il ruolo di sindaco e diventando così riferimento di
molti.
Nel maggio 2012 andiamo di nuovo
a votare, e la classe politica ciminnese ci delizia ancora una volta con le
solite acrobazie politiche e i soliti
accoppiamenti contro natura.
L’ex sindaco Leone ritorna alla
corte del sig. Catalano, che per mano dei consiglieri di minoranza più volte lo
aveva attaccato durissimamente e lo aveva definito inadeguato a fare il
sindaco, ma che pur in assenza di apprezzamento politico non ha saputo
rinunciare alla dote di voti che Leone poteva portargli per vincere la sua
battaglia.
Salvatore Mannina, a sua volta, stringe
un accordo con quella parte della maggioranza consiliare che si era staccata e
si era opposta alla giunta Leone nella quale lui era assessore.
Altri emeriti politici da
strapazzo non sono stati da meno, saltando come cavallette da uno schieramento
all’altro con una disinvoltura da fare invidia al miglior Scilipoti.
Conclusione le carte si sono
ancora una volta rimescolate a tal punto che gli eletti, sia di maggioranza che di minoranza, non sono nelle
condizioni di amministrare bene e di dire ai ciminnesi le dovute verità sulla
reale condizione del bilancio comunale, sulla vicenda Coinres e su altre cose
che verranno a galla nei prossimi mesi.
Ieri sera abbiamo assistito tutti
alla dimostrazione di quello che andiamo dicendo in questo post.
Partiamo dalla vicenda
dell’assemblea cittadina per parlare di tasse e di bilancio, prima deliberata
dal consiglio comunale e poi rinviata dal sindaco.
La minoranza ieri sera ha giustamente messo in
risalto i molti i errori del sindaco e
del Presidente del Consiglio, nel gestire questa incresciosa vicenda. Noi ne avevamo già
ampiamente parlato. (leggi il post)
Tuttavia noi vogliamo ricordare ancora
una volta, che se si è parlato di assemblea cittadina, il merito va
all’associazione Liberamente che l’ha proposta e al capogruppo di maggioranza,
la Dr.ssa Sara Urso Miano che si è battuta in consiglio per vederla realizzata (purtroppo
senza successo), e che si è anche con coerenza assunta la responsabilità di non
votare gli aumenti delle tasse, subendo un’azione riprovevole e poco elegante
di isolamento all’interno del gruppo consiliare del quale è portavoce.
La stessa cosa va detta per la
richiesta di video ripresa delle adunanze consiliari anche questa avanzata
dall’associazione Liberamente. Su Ciminnattiva ne avevamo parlato. (leggi il post)
Ieri sera la minoranza nel suo
comiziare, è stata in alcuni casi
precisa, in altri incompleta, in altri ancora omissiva e in altri ha detto cose
che non condividiamo.
Va dato atto al capogruppo di
avere sottolineato che questa amministrazione comunale pare succube dei
capiarea, i quali dettano legge dentro e fuori il consiglio comunale, portando
a riprova di questa tesi, il fatto che il Presidente del Consiglio, imputava ai
capiarea il fallimento dell’assemblea cittadina, in quanto i capiarea si
sarebbero rifiutati di partecipare.
Opportunamente ha spiegato
Salvatore, che fra i capiarea e gli amministratori vi è un rapporto fiduciario
che non può essere negato da questi ultimi, e che li deve indurre a collaborare sempre e comunque con gli
amministratori, e nel momento in cui questi si rifiutano di partecipare ad una
assemblea per dare il loro contributo di competenza, questo rapporto viene meno
e quindi gli amministratori ne devono trarre le dovute conseguenze.
Va dato atto alla minoranza di
avere chiarito ai ciminnesi l’ammontare del costo dell’aumento delle tasse per
la comunità.
Il capogruppo ha avanzato una stima
di un esborso per i ciminnesi derivante dall’aumento delle tasse di oltre un
milione di euro, definendo questa manovra un massacro, come noi già avevamo fatto su Ciminnattiva (leggi il post) .
In effetti si tratta di una
mazzata mortale per l’economia
ciminnese, un milione di euro in meno circolante a Ciminna, significa meno
soldi per bar, negozi, supermercati, ristoranti etc etc. Questa è
l’amministrazione che aveva predicato il bene di Ciminna.
La minoranza invece ha dato una
informazione incompleta quando ha trattato il punto della stabilizzazione dei
cinque precari, il capogruppo ha detto tutte cose abbastanza vere ma ha omesso
il finale.
Ci risulta infatti vero che la
regione ha dato un contributo di oltre 500.000 euro per la loro
stabilizzazione, tuttavia il capogruppo doveva anche dire che questo contributo
coprirà il costo di questa operazione solo per 5 anni, trascorsi i quali gli
stipendi dei precari stabilizzati saranno interamente a carico del comune.
Se consideriamo che questa
stabilizzazione è avvenuta circa due anni fa, significa che fra tre anni, il
comune dovrà farsi carico nel proprio bilancio di trovare i fondi per questi
stipendi, e noi siamo convinti che l’assessore comunale al bilancio sa già dove
trovarli: cioè nelle tasche di tutti noi ciminnesi.
Per quel che riguarda il capitolo
Coinres la minoranza è stata a dir poco evasiva, perché il capogruppo ha
parlato di assunzioni, assunzioni e assunzioni.
Non ha avuto la forza politica di
dire che quelle assunzioni sono illegittime come dice la sentenza della corte
dei conti che condanna i vertici Coinres a pagare oltre tre milioni di euro. (leggi la notizia)
Non ha avuto la forza politica di
dire che a Ciminna di quelle assunzioni illegali, hanno usufruito parenti e
amici di tutti gli amministratori, (quelli importanti) e di qualche tecnico
comunale passato al servizio del Coinres.
Non ha avuto la forza politica di
indicare le responsabilità degli amministratori ciminnesi che facevano parte
del CDA e dell’assemblea dei sindaci che gestiva Coinres, rispettivamente l'attuale Presidente del Consiglio e il Sindaco.
Non ha avuto la forza politica di
dire che nessuno a Ciminna si è mai preso la briga di portare in consiglio
comunale i bilanci del Coinres per analizzarli e capire come si è formata la
voragine che piano piano inghiottirà e seppellirà l’economia delle famiglie
ciminnesi.
Quindi il consiglio comunale l'altra sera ha votato l'aumento della TARSU senza sapere il perchè degli aumnenti.
Vogliamo essere chiari: il
capogruppo di minoranza è persona di carattere che avrebbe senz’altro la forza personale per
dire tutto quello che abbiamo appena citato, il problema è che non può, perché
anche lui è vittima del peccato originale della politica ciminnese.
Parlando di bilancio il
capogruppo di minoranza, non ha nemmeno sfiorato l’argomento principe che ci
aspettavamo venisse affrontato con chiarezza una volta per tutte, cioè le
condizioni in cui versa oggi il bilancio del nostro comune.
Ci saremmo aspettati che si
facesse chiarezza sui circa 200.000 euro di debiti fuori bilancio di cui ha
parlato il capo area ing. Luciano Bitonto in consiglio comunale, fatti negli
ultimi mesi di amministrazione dalla giunta Leone, avremmo gradito che la
minoranza ci dicesse i nomi e cognomi dei responsabili di quei debiti, ci
indicasse i nomi e i cognomi di chi ha
usufruito di quei soldi, ci dicesse come e perché il comune ha contratto quei
debiti. Invece niente, su tutto questo silenzio di tomba. Il peccato originale
degli accoppiamenti contro natura politica ne hanno frenato lo slancio.
Allora noi cercheremo di
completare il quadro ovviamente con le notizie in nostro possesso, e
riproponiamo ancora al sindaco e all’assessore al bilancio di venire in
consiglio e dire la verità.
Nei comizi elettorali, l’ex
sindaco Giuseppe Leone aveva detto che lasciava un avanzo di amministrazione,
di diverse centinaia di migliaia di euro. Dove sono andati a finire quei soldi?
Se pensiamo che l’attuale
assessore al bilancio ha detto in consiglio comunale, che senza questi
impressionanti aumenti di tasse il comune andrebbe in dissesto finanziario, si
capisce che invece in cassa non c’era un euro anzi dice l’ingegnere Bitonto che
ci sono debiti da onorare. Quindi qualcuno ci ha preso per i fondelli.
Ci ha preso per i fondelli l’ex
sindaco? Ci ha preso per i fondelli l’attuale sindaco? Che una volta imbarcato
nella sua scialuppa l’ex sindaco doveva conoscere le condizioni di bilancio del
comune. Ci ha preso per i fondelli il Presidente del Consiglio attuale? Che da
capogruppo di minoranza nel passato consiglio comunale non poteva non sapere (a
meno che non sappia leggere le carte cosa che dubitiamo). La risposta è chiara
ci hanno preso per i fondelli tutti quanti loro
Ma ci prende più di ogni altro
per i fondelli l’attuale responsabile dell'assessorato al bilancio di Ciminna, il quale sedeva anche lui nel
passato consiglio comunale, nelle vesti di oppositore del sindaco Leone, suo
attuale compagno di giunta.
Abbiamo più volte chiesto all’assessore
al bilancio Gino Sarullo di fare chiarezza: ha trovato o non ha trovato
l’avanzo d’amministrazione? Ha trovato o non ha trovato i debiti fuori
bilancio? Ci può spiegare come e perché ci sono questi ingenti debiti?
Lui deve rispondere perché sta
amministrando soldi nostri.
Purtroppo sappiamo già che dagli
amministratori appena citati non
verranno risposte chiare, e ci saremmo aspettati maggiore chiarezza dalla minoranza, chiarezza che non c'è stata, per questo siamo delusi dalla mancanza di incisività e di spessore politico del comizio di ieri sera .
Tuttavia rispettermo quello che ci ha detto il capogruppo di minoranza, il quale ci ha dato appuntamento in consiglio comunale, quando si parlerà di approvazione del
bilancio di previsione per il 2012 per capire qualcosa di più, ci ha detto di andare numerosi e noi numerosi saremo.
Siamo consapevoli che se Ciminna non
sarà capace di liberarsi democraticamente dei politici con il peccato originale non potrà esprimere una classe politica diversa, che smetta il teatro dei pupi che ci
ha fatto vedere fin’ora, e non avrà mai un’amministrazione capace, chiara,
competente e libera.
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