Questa settimana voglio suggerire
di leggere “Cosi parlò Zarathustra” di Friedrich Nietzsche, premetto che si tratta di un
testo filosofico molto ostico sia nell’esposizione delle trame filosofiche che
nelle tessiture morfo-sintattico-lessicali, quindi consigliabile a chi ha
dimestichezza con l’autore stesso, e con i grandi filosofi greci da Socrate a Platone, per via dei rimandi continui che Nietzsche opera.
Questo non per scoraggiare l’eventuale
lettore ma per suggerire, se si vuole conoscere Nietzsche, di partire
eventualmente con il leggere qualche suo testo più semplice tipo "La
nascita della tragedia" oppure "Umano troppo umano" testi di più
facile approccio.
Il sottotitolo al testo, dato da
Nietzsche è: “Un libro per tutti e per nessuno”; onestamente dopo averlo letto
il testo due volte, ho interpretato questo sottotitolo come la volontà da parte dell'autore di indicare, che per leggerlo, capirlo e apprezzarlo non è necessario essere filosofi ma avere una buona predisposizione d’animo e una certa sintonia filosofica con le teorie
esposte.
Suggerendo di leggere “Cosi parlò
Zarathustra” in pratica voglio suggerire di leggere Nietzsche, quindi non mi
addentrerò nel commentare il testo, anche perché trattandosi di testo
filosofico è giusto che ciascuno lo interpreti come vuole, è giusto che
ciascuno lo indossi e lo modelli su di se come il suo sentire gli suggerisce di
fare.
Nietzsche è stato un filosofo controverso
che rompe gli schemi della filosofia tradizionale occidentale che Nietzsche
definisce il “rimedio che è peggio della male” che intende curare.
Nietzsche infatti crede che se la
filosofia è la “scienza” che deve aiutare l’uomo a superare le sue
contraddizioni e ad accettarsi cosi com’è, con le sue paure e con i suoi
limiti, questo deve avvenire attraverso la consapevolezza che l’uomo è spirito
ma è anche pulsioni, emozioni, errori,
insomma l’uomo non può superare le sue paure se non guarda a se stesso come un
insieme di sublimi aneliti e
infimi (ma molto veri) istinti primordiali.
Il mondo per Nietzsche è quello reale che abbiamo davanti a
noi ogni giorno. Le realtà metafisiche non corrispondono ad alcuna verità, il
mondo vero è per Nietzsche questo mondo, il mondo che abbiamo davanti, il mondo
entro il quale si manifesta il vigore vitale, unica vera e possibile fonte di
benessere. Ogni tentativo di rimedio è quindi peggiore del male, poiché per
combattere la paura dell'ignoto (il male) finisce per allontanare l'uomo dalla
vita.
Nietzsche è stato considerato dai suoi detrattori un nazista,
anzi il precursore della filosofia di vita che sta alla base del nazismo.
Alla base di questo falso mito, c’è il fatto che una sua
sorella, sposata con un generale nazista, alimento a fini personali, il pregiudizio giocando sull'interpretazione del
concetto (espresso in questo testo) di “ubermensch” che alcuni traducono con “superuomo” altri
preferiscono (io tra questi) tradurre con "oltre l’uomo". Inoltre anche la dichiarata ostilità
del filosofo verso la chiesa e verso le religioni diede ai suoi detrattori, ottime
carte da giocare contro di lui e accostarlo impropriamente al nazismo.
In realtà il “superuomo” di Cosi parlo Zarathustra è un uomo
che vuole andare oltre la morale oltre le religioni.
La morale per Nietzsche, è un insieme di menzogne che
servono per vivere meno angosciosamente; la morale nel tempo si è configurata come lo strumento
che gli uomini deboli utilizzano per dominare su quelli forti. L'uomo debole è
l'uomo che non ha il coraggio di accettare il divenire e il mutamento caotico
come legge portante della sua vita, l'uomo forte, per contro, è il superuomo,
colui il quale dice "sì" alla vita, colui che non si fa scudo di
alcun rimedio morale e consolatorio e accetta il caos di cui consiste la vita.
Il mio commento deve forzatamente interrompersi qui sia perché
non ho la pretesa di sapere interpretare
un’opera cosi complessa e fondamentale della filosofia occidentale, sia perché come
dicevo in precedenza Nietzsche và letto ed interpretato alla luce del nostro
personale modo di essere e di pensare.
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