"Le parrocchie di Regalpetra" scritto nel1956, è il primo libro importante di Sciascia, ed è, come tutta la produzione letteraria del grande scrittore siciliano un saggio-inchiesta.I fatti narrati sono ambientati in un paese della Sicilia dal nome inventato di Regalpetra che in realtà nasconde quello di Racalmuto, dove Sciascia nacque e fu poi, per qualche tempo, insegnante elementare. Sciascia analizza condizioni e costumi della gente di tutta l'isola, e neppure avulsi dall'intero contesto nazionale.
La "vita" del paese di Regalpetra è passata in rassegna attraverso otto capitoli che ripercorrono - naturalmente solo per sintetici punti di riferimento - vicende e situazioni che si stendono per lo spazio di ben quattro secoli, partendo dal Cinquecento fino ad arrivare ai giorni in cui Sciascia era maestro a Racalmuto.
Nel primo capitolo, come preannunzia il titolo "la storia di Regalpetra", si parla della storia del paese in un arco temprale lungo che va dal secolo XVI (ma certi riferimenti risalgono addirittura al 998) fino ai primi anni del fascismo: l'esosità degli antichi signorotti locali, le violenze dei Borboni, la vita dell'Italia unita, le più recenti manifestazioni fasciste, e ben altro ancora.
Poi, più che rapporti con dati cronologici, "Le parrocchie" toccano aspetti specifici e figure particolari della vita moderna e contemporanea: condizioni e personaggi sotto il fascismo ("Breve cronaca del regime"); comportamenti e costumi della classe più elevata ("Il circolo della concordia"); strutture amministrative e politiche ("Sindaci e commissari"); la situazione della scuola: alunni e maestri ("Cronache scolastiche"); aspetti sociali: miseria e sfruttamento ("I salinari"); la politica: illusioni, intrighi, favoritismi ("Diario elettorale").
Quadro grandioso, dunque, dalle infinite sfaccettature su cui si appuntano l'occhio penetrante e la mente ribelle dello scrittore in una denuncia a cui nessun elemento sociale della Sicilia del passato e del presente sembra sfuggire: e quadro a cui tutti gli altri che Sciascia avrebbe poi tracciato sembreranno ricollegarsi, tanto che si è parlato di uno Sciascia autore di un solo libro, perchè sempre pronta è la sua penna a denunciare modi e forme delle colpe e degli errori umani visti soprattutto nella sua terra e di là riflessi in tutto il Paese.
Ed oltre che i temi espositivi, questo primo libro ha, dei libri successivi di Sciascia, anche il moralismo che crede "nella ragione umana, e nella libertà e nella giustizia che dalla ragione scaturiscono", che nasce da sensibilità laica e da acume razionale, che guarda con atteggiamento pessimistico, insieme ironico e sdegnoso, agli uomini e alla vita.
La "vita" del paese di Regalpetra è passata in rassegna attraverso otto capitoli che ripercorrono - naturalmente solo per sintetici punti di riferimento - vicende e situazioni che si stendono per lo spazio di ben quattro secoli, partendo dal Cinquecento fino ad arrivare ai giorni in cui Sciascia era maestro a Racalmuto.
Nel primo capitolo, come preannunzia il titolo "la storia di Regalpetra", si parla della storia del paese in un arco temprale lungo che va dal secolo XVI (ma certi riferimenti risalgono addirittura al 998) fino ai primi anni del fascismo: l'esosità degli antichi signorotti locali, le violenze dei Borboni, la vita dell'Italia unita, le più recenti manifestazioni fasciste, e ben altro ancora.
Poi, più che rapporti con dati cronologici, "Le parrocchie" toccano aspetti specifici e figure particolari della vita moderna e contemporanea: condizioni e personaggi sotto il fascismo ("Breve cronaca del regime"); comportamenti e costumi della classe più elevata ("Il circolo della concordia"); strutture amministrative e politiche ("Sindaci e commissari"); la situazione della scuola: alunni e maestri ("Cronache scolastiche"); aspetti sociali: miseria e sfruttamento ("I salinari"); la politica: illusioni, intrighi, favoritismi ("Diario elettorale").
Quadro grandioso, dunque, dalle infinite sfaccettature su cui si appuntano l'occhio penetrante e la mente ribelle dello scrittore in una denuncia a cui nessun elemento sociale della Sicilia del passato e del presente sembra sfuggire: e quadro a cui tutti gli altri che Sciascia avrebbe poi tracciato sembreranno ricollegarsi, tanto che si è parlato di uno Sciascia autore di un solo libro, perchè sempre pronta è la sua penna a denunciare modi e forme delle colpe e degli errori umani visti soprattutto nella sua terra e di là riflessi in tutto il Paese.
Ed oltre che i temi espositivi, questo primo libro ha, dei libri successivi di Sciascia, anche il moralismo che crede "nella ragione umana, e nella libertà e nella giustizia che dalla ragione scaturiscono", che nasce da sensibilità laica e da acume razionale, che guarda con atteggiamento pessimistico, insieme ironico e sdegnoso, agli uomini e alla vita.
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