Trama: Sullo sfondo di un borgo inglese, Whisperwood, circondato un bosco ricco di leggende e regolato da strane leggi che impongono alla cittadinanza il coprifuoco, la piccola Lola incontrerà l’adolescente Nathan. Nonostante i 100 anni di differenza che li separano, tra i due si svilupperà un sodalizio importante, che permetterà a Lola di recuperare la memoria sul suo tempo e la sua storia e nel contempo a Nathan di rimediare agli errori dei suoi avi una volta per tutte.
Contenuti: In 295 pagine si parla
di amicizia, di dolore e di elaborazione del lutto, ma anche di
famiglia e del valore dell’affetto e dell’onore. Tutte i personaggi si
muovono nella scacchiera dell’ambientazione esprimendo, aldilà degli
stravolgimenti e dei colpi di scena, dei sentimenti basilari comuni al
vissuto degli esseri umani. Un aspetto di rilievo, espresso
prioritariamente con gli usi e le etichette del 1890 (me che comunque
poi si ripercuotono e passano attraverso anche gli atteggiamenti del
1990) è la concezione della donna “inconsueta” identificata come
strega e, in quanto tale, da evitare/etichettare/isolare se non proprio
punire. Aldilà dell’effettivo possesso di poteri paranormali, l’idea che
transita al lettore è comunque un valore positivo della diversità che
si deve affrancare agli occhi della collettività non con la tolleranza,
ma con l’accettazione. ( – Non aver paura di quel che non conosci).
I temi universali pertanto acquisiscono spessore all’interno della
trama, restituendo nella lettura tanti piccoli messaggi sui quali
riflettere, apprendere la lezione, proprio come nelle fiabe.
Personaggi: Tutti i personaggi
della storia, che siano secondari o principali, hanno un ruolo ben
definito e costruito sul piano narrativo. Al di là di alcuni cliché di
massima (il padre scomparso di Maud, la madre di Lola che si sacrifica
per lei e che la sorveglia sotto mentite spoglie, tanto per
esemplificare) si acquisisce nella lettura un quadro dinamico e
variegato che rende bene l’effetto di coralità della narrazione,
concedendole il giusto brio. L’assenza di spessore di alcune comparse è
comunque funzionale alla resa cinematografica (e ci torneremo a breve)
del romanzo, consentendole un buon ritmo di lettura e assimilazione
proprio con l’impatto visivo della scena raccontata.
Un altro aspetto sul quale è doveroso esprimersi è di sicuro la dimensione emotiva del vissuto e dei pensieri dei personaggi: le percezioni e il trasporto nel vissuto e nei sentimenti provati permeano il testo, consentendogli di coinvolgere oltre che di apparire verosimile, mediando l’aderenza tra ciò che i personaggi provano e quello che i lettori, secondo il proprio bagaglio esperienziale, riconoscono.
Un altro aspetto sul quale è doveroso esprimersi è di sicuro la dimensione emotiva del vissuto e dei pensieri dei personaggi: le percezioni e il trasporto nel vissuto e nei sentimenti provati permeano il testo, consentendogli di coinvolgere oltre che di apparire verosimile, mediando l’aderenza tra ciò che i personaggi provano e quello che i lettori, secondo il proprio bagaglio esperienziale, riconoscono.
Ambientazione: E’ il vero punto
di forza del testo. Nell’esperienza di lettura si percepisce con
notevole forza la presenza fisica dell’ambiente dove le scene si
svolgono: gli odori, i rumori, il clima ma soprattutto le tinte,
estremamente cupe tanto da ricordare le atmosfere proprie di una
corrente cinematografica espressa al meglio da Tim Burton. Le scene sono
buie, brulle, desolate, ogni rumore si amplifica, ha delle eco che si
ripercuotono tra le righe. L’effetto cinematografico, dove tutti gli
elementi spazio temporali si amalgamano con prepotenza ai dialoghi e ai
gesti dei personaggi, consente al lettore di visualizzare con semplicità
il narrato e l’implicito dei protagonisti. Una tecnica ambiziosa e che
non è facile da gestire, ma il risultato ottenuto dalla scrittura di
questo testo non sfugge comunque al lettore, rilevando quasi mai
incongruenze o sviste di alcun tipo. L’unico difetto plausibile è quello
degli elementi atmosferici, che condiscono (forse troppo soprattutto
quando vengono ripetuti più volte a poca distanza nel testo)
l’ambientazione cupa, appesantendo, in alcuni momenti, la scena che
dovrebbe magari acquisire un maggior dinamismo.
Stile: Il romanzo è strutturato
con un rimando tra le vicissitudini dell’oggi (1990) e quelle accadute
nel passato (1890), su diversi piani temporali non sistematici, ovvero
le due narrazioni non hanno, a prima vista, un ritmo comune o una
ripetitività. Aspetto che potrebbe trarre in inganno un lettore poco
attento, nel dare la giusta collocazione alle vicende. La prosa si
sviluppa con uno stile espositivo non semplice, ricco di sfumature sia
emozionali che di periodi medio brevi, ma nel complesso la lettura non
viene disturbata in quanto gli elementi trovano arricchimento
dall’esposizione evitando la pesantezza.
Considerazioni Finali:
A metà strada tra la novella horror e la fiaba fantasy in chiave
moderna (sempre a tinte dark, ma con una buona intenzione di morale) “La
bambina senza cuore” è una scommessa narrativa sulla quale vale la pena
investire il proprio tempo. Nonostante alcune piccole ingenuità di
fondo relative alla costruzione della trama e soprattutto ad alcune
prevedibilità nelle vicende, l’esperienza di lettura è positiva, il
testo appare curato, si coglie la morale e soprattutto si riesce a
immaginare una trasposizione cinematografica della storia, che
acquisisce comunque un buon ritmo mediante la capacità di cogliere e
utilizzare i colpi di scena per ravvivare le dinamiche della storia.
Il libro è godibile e si coglie appieno che si tratta di un lavoro appassionato ed entusiasta in grado di regalare al lettore, anche a quello più perplesso e non estimatore del genere, un buon ricordo. L’augurio è quello di vedere questa storia non soltanto evolversi in sento letterario, in quanto l’autrice di sicuro possiede le carte in regola per poter regalare tante altre belle esperienze letterarie, quanto quella di rendergli ancora maggiore giustizia con una buona trasposizione cinematografica.
Consigliato a chi ha bisogno di ritrovare la propria strada, di riprendere in mano i propri affetti e i valori irrinunciabili. Al di là del genere, la storia ha il potere magico di restituire un sorriso e di ricordarci che l’eroismo fa parte delle piccole cose di tutti i giorni.
Il libro è godibile e si coglie appieno che si tratta di un lavoro appassionato ed entusiasta in grado di regalare al lettore, anche a quello più perplesso e non estimatore del genere, un buon ricordo. L’augurio è quello di vedere questa storia non soltanto evolversi in sento letterario, in quanto l’autrice di sicuro possiede le carte in regola per poter regalare tante altre belle esperienze letterarie, quanto quella di rendergli ancora maggiore giustizia con una buona trasposizione cinematografica.
Consigliato a chi ha bisogno di ritrovare la propria strada, di riprendere in mano i propri affetti e i valori irrinunciabili. Al di là del genere, la storia ha il potere magico di restituire un sorriso e di ricordarci che l’eroismo fa parte delle piccole cose di tutti i giorni.
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