Un romanzo che
ho letto un pò di anni fa, una fotografia impietosa e cinica della fragilità
dell'equilibrio umano che può spezzarsi in qualsiasi istante .
Mostra quanto
sia labile il confine tra la normalità e quello che normale non viene
considerato.
Un uomo colpito
da un grosso problema finanziario che scopre di non avere mai guardato il mondo
che lo circonda immerso com'era nelle sue quotidiane certezze, che crollano
inesorabilmente sotto il colpo di un evento a lui esterno, la perdità del
lavoro.
Kees Popinga non reagisce a questo evento, semplicemente scopre di non avere vissuto, allora si libera dei sui legami e va alla ricerca vana di se stesso.
Kees Popinga si ubriaca
di libertà, di una libertà senza morale e si immerge nella vita una vita non sua
che lui pensa di controllare, si trasforma da perfetto borghese in un lucido
assassino, sempre alla ricerca di un nuovo equilibrio, di una nuova identità,
di un nuovo spazio sociale dove collocare il suo nuovo io.
Cade nell'ossessione di svelare agli altri la "sua" verità, sul chi è veramente Kees Popinga,
Il romanzo lascia nel
lettore un sapore amaro, un interrogativo cogente al quale è impossibile
rispondere.
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