Giustamente, uno che legge il
titolo di questo post, e poi legge questo inizio si chiede: ma cosa c’entra sta piccola filastrocca con
l’ordinanza numero: 82/2013.
Risponderebbe Cetto La Qualunque:
non c’entra una beata m…ia”
E allora perché iniziare cosi
questo post?
Ma perchè scusatemi, e prendiamocela a ridere
anche se c’è da piangere, che cosa c’entra l’oggetto dell’ordinanza n 82/2013 che recita: "regolamentazione accesso ed uscita scuola materna ed elementare"
con la disposizione contenuta nell’ordinanza medesima? Anche qui risponderebbe
il nostro Cetto: “non c’entra una beata m..ia. Quindi se un sindaco può fare cose senza ne capo ne coda, allora figuriamoci noi poveri mortali, e quindi giù con le m....ate.
Spiegata la ragione
dell’inizio di questo post, diciamo che stiamo parlando di un masterpiece
(capolavoro) del sindaco di Ciminna (quello delle tasse), in questo caso
coadiuvato da un dirigente comunale che ha controfirmato l’ordinanza.
Usiamo il termine masterpiece,
perché tradotto letteralmente in italiano esso significa: “pezzo da maestro”, e il termine ci pare che renda perfettamente l’idea che vogliamo esprimere
Masterpiece ci sembra il termine
più adeguato a descrivere bene l’ordinanza in questione, con la quale si è
toccato l’apice mondiale delle m.....ate amministrative mai realizzate a Ciminna e provincia: quindi signore e
signori ciminnesi seguiteci, perche adesso andiamo a descrivere il “pezzo da maestro”.
Questa ordinanza è un pezzo da
maestro nel senso che rappresenta un sublimato coacervo di: incompetenza; di
mancanza di senso delle istituzioni; di mancanza di spirito collaborativo, di
incoerenza e di furbizia, il tutto
condito con abbondante sugo nero di mala fede.
A noi a scuola ci avevano insegnato che ordinanza è un termine
che deriva dal verbo ordinare, il quale
significa letteralmente (traggo da un prestigioso dizionario): “dare ordini;
comandare che si faccia una cosa”.
Mentre di contro, invitare
significa (sempre dallo stesso dizionario): “esortare in forma amichevole
qualcuno a fare qualcosa”.
Quindi va da sé che se uno
capisce quello che scrive, non può ordinare invitando e nemmeno può invitare
ordinando. E non mi risulta che nell’ordinamento italiano esista l’istituto
dell’ordinanza invitante, ne tanto meno quello dell’invito ordinante.
Ma questo c’è nell'ordinanza di
cui parliamo: in sostanza il sindaco elabora e pubblica un’ordinanza sindacale
che ha come oggetto: “regolamentazione accesso e uscita scuola materna ed
elementare” nella quale però quello che ordina è semplicemente l’istituzione di
un senso unico, mentre relativamente all’oggetto dell’ordinanza, c’è solamente
un semplice invito ai genitori ad entrare a scuola dal cancello lato Falderaso,
se accompagnano i figli in auto, e ad entrare a scuola dall’ingresso principale
se accompagnano i figli a piedi.
Ma gli inviti adesso si mettono nelle
ordinanze? “Ce di isari i vusci” “Arrizzanu i carni”.
Noi, gli inviti, eravamo abituati a vederli
nelle buste di matrimonio, o di prima comunione o di laurea etc. Il sindaco gli
inviti invece li manda con le ordinanze sindacali.
“Ognunu e patruni ri fari n’zoccu
voli”: e questo è vero, ma tale principio vale solo a casa propria, mentre quando
uno amministra è sottoposto alle regole e alle leggi dello Stato.
E purtroppamente, per il sindaco,
tempo fa un tale ministro di nome Bassanini, fece una legge che diede alle
scuole la dimensione dell’ente autonomo: cioè la scuola si amministra da se.
La scuola è amministrata dagli organi previsti dalle leggi dello Stato che sono: il dirigente e gli organi collegiali.
La scuola è amministrata dagli organi previsti dalle leggi dello Stato che sono: il dirigente e gli organi collegiali.
Quindi l’ordinanza in questione invade il
campo altrui ed interviene una su sfera di competenza che non è in capo all’amministrazione comunale. E
qui entriamo a buon diritto nel campo dell’ignoranza amministrativa più nera.
Perché se uno che fa il sindaco,
non sa che per quello che riguarda l’entrata e l’uscita dagli edifici
scolastici la competenza non è sua, e quindi non può ne ordinare ne invitare un bel niente in
quel settore, com'è lo possiamo definire? "Diversamente informato"?
Se un sindaco non sa che la
competenza di stabilire da dove, come e quando uscire ed entrare a scuola
spetta al Consiglio d’Istituto allora signori cari, le cose sono due: o mala fede o
ignoranza nera.
Certo dicono i napoletani
nisciunu nasce ‘mparato”.
Si ma la parola per chiedere c’è
l’abbiamo tutti, o se proprio vogliamo fare da soli senza chiedere a nessuno,
oggigiorno un PC o un device qualsiasi
collegato alla rete ce l’hanno cani e porci.
Prima di fare un “trunzu ri
malafiura” di siffatte proporzioni, bisognava informarsi e magari, uso un
parolone scientifico, “confrontarsi”.
Lo si poteva fare in tanti modi,
anche semplicemente telefonando a scuola, dove avrebbero sicuramente informato sindaco
e funzionario comunale dell’esistenza della legge Bassanini sull’autonomia
scolastica, e magari anche sul fatto che da oltre dieci anni esiste un
regolamento d’Istituto che vieta “severamente” ai genitori l’ingresso
dall’entrata posteriore, cioè quella lato Falderarso indicata dall’invitante
ordinanza come possibilità d’ingresso a scuola.
E questo divieto non è frutto di
un capriccio di qualcuno, ma prende le mosse da motivazioni di sicurezza, d’organizzazione
e di vigilanza , che insieme nel Consiglio d’Istituto, genitori, docenti,
dirigenti e personale ATA, hanno deciso di stabilire nell’interesse dei bambini
e delle famiglie.
Questa invitante ordinanza invece
è fatta da chi a scuola non c’ha mai messo piede (ancora chiamano scuola
materna la scuola dell’infanzia) e non ha mai voluto collaborare con
l’istituzione scolastica, forse perché allergico ai luoghi dove si produce
coscienza civica, cultura e legalità.
Certo in questo anno e mezzo
tutte le volte che l’amministrazione comunale si è occupata di scuola è stato
un disastro: vedi servizio mensa, vedi bagno delle bambine e adesso è arrivata quest’ultima
bravata. Quindi forse è meglio che non s’interessino affatto di scuola.
Questa invitante ordinanza
rischia soltanto di creare una confusione enorme, perché i genitori,
interpreteranno l’invito contenuto in essa, appunto come un ordine, e vorranno
entrare dall’ingresso posteriore. Ma da quell’ingresso da anni è vietato
entrare perché lo stabilisce il regolamento scolastico in vigore.
Il sindaco non ha nessuna
competenza in merito all’oggetto dell’ordinanza e forse lo sapeva pure, come
sospetta e argomenta qualcuno,
altrimenti avrebbe fatto un’ordinanza semplice e non una invitante
ordinanza.
Questo è un atteggiamento
irrispettoso delle competenze del Consiglio d’Istituto e di tutta l’utenza
scolastica da esso rappresentata.
Questa ridicola storia nasce dal
non volere eliminare l’inutile rotatoria di piazza De Gasperi, questa storia
nasce da questo tabù. Ricorderete tutti che il sindaco ancora non aveva messo
piede in municipio, che già era andato di buon’ora, con alcuni suoi operari a piantare il segnale stradale
che istituiva la rotatoria. E’ stato il suo primo pensiero.
Da ciò nasce questo obbrobrio
amministrativo privo di base giuridica e di buon senso.
Quel buon senso che spingerebbe
qualsiasi amministratore ad eliminare la rotatoria per non dirottare più le
auto verso l’entrata della scuola e quindi verso i bambini e le signore, quel
buon senso che suggerirebbe al sindaco di stabilire dalle 7,30 alle 8,30, il
divieto di sosta e di acceso (escluso i residenti) nella zona della Piazza di
fronte all’ex ammasso, riservando questa zona esclusivamente alla sosta delle
auto delle signore che accompagnano i loro figli a scuola, rendendo questa
operazione tranquilla e sicura.
Questo sarebbe il modo corretto
di servire la cittadinanza, non quello d’impuntarsi a mantenere su una inutile
rotatoria per partito preso, a prescindere direbbe il grande Totò.
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