Ho sempre avuto l’impressione che
la casta politica abbia da tempo perso qualsiasi contatto con la realtà che la gente
normale vive ogni giorno.
Oggi, a pochi giorni dalle
elezioni questa impressione si è trasformata in certezza: la casta dei politici
e dei burocrati boiardi di stato, loro complici indispensabili e
interessatissimi, è impegnata a mantenere lo stato delle cose cosi com’è
vive, questa gente evidentemente vive in un’altra dimensione spazio-temporale.
Una dimensione che non incrocia
mai la realtà, una dimensione fatta di intrighi, di giochetti di tattiche
inutili che mirano soltanto a perpetrare nel tempo una situazione che è ormai
insostenibile.
Oggi la situazione italiana
somiglia molto alla situazione della Francia prima della rivoluzione.
In quel periodo in Francia
pochissimi avevano moltissimo e moltissimi privilegi, e tantissimi non avevano
nulla e nessuna speranza di migliorare
la loro condizione economica e sociale.
Una condizione quella della
Francia pre-rivoluzionaria molto bene sintetizzata dalla storiella che narra di
un funzionario di corte che comunica alla regina:
“Sua
Maestà, il popolo
non ha più il pane.”
“Il popolo non ha il pane?
Diamogli le brioche…”
Fu questa la (aristocraticamente
sarcastica) risposta della regina Maria Antonietta, moglie di Luigi XVI. Si
dice che questa risposta fece in un batter d'occhio il giro della Francia e fece scoppiare la
Rivoluzione Francese nel 1789.
Mi sono sempre chiesto se questa
storiella è vera o no. Forse non lo è, ma è particolarmente significativa
perché in maniera semplice e diretta ci
consegna la dimensione del potere che ad un certo momento perde qualsiasi
contatto con la realtà e vive una dimensione avulsa e alienata rispetto al
compito di guida giusta e concreta del suo popolo.
Oggi e da molto tempo, in Italia mi pare che i
politici stiano vivendo questa condizione, la loro azione non aderisce più alle istanze
dei cittadini, i loro pensieri sembrano ancora essere rivolti unicamente al
mantenimento dei loro privilegi piuttosto che a dare le risposte di moralità,
di giustizia e di uguaglianza e di sviluppo che da tanto tempo la gente chiede.
In Italia il 10% della
popolazione detiene il 50% per cento della ricchezza nazionale, una situazione
incompatibile con la tenuta sociale di uno stato democratico e altresì
incompatibile con la tenuta dell’economia.
E’ evidente che se la stragrande
maggioranza della gente non ha lavoro e quindi soldi da spendere, l’economia
muore, le imprese chiudono, il commercio si ferma e lo stato esplode.
Gli italiani continuano
pazientemente a lanciare segnali democratici di richiesta di cambiamento, l’ultima
forte istanza è venuta dal recente voto, ma la casta non capisce. Guardate il
balletto in atto sul taglio delle provincie in Sicilia. Guardate le assunzioni di 30 portaborse al Parlamento fatte sul filo di lana dai gruppi parlamentari di tutti i partiti.
La casta continua colpevolmente ad
ignorare le istanze di cambiamento che provengono sempre più pressanti da una
popolazione ormai stremata e senza speranze.
E’ necessario agire in fretta, è
necessaria una operazione fiscale che ridistribuisca in maniera più equa le
risorse della nazione e liberi cospicue somme per gli investimenti finalizzati
alla crescita e alla creazione di lavoro soprattutto per gli under 35 e agli investimenti
nella ricerca e nella scuola.
Queste azioni vanno accompagnate
da concrete azioni di tagli alla politica: abolizione delle provincie e delle regioni,
dimezzamento del numero dei parlamentari, con un massimo di due mandati, dimezzamento
dei loro stipendi, azzeramento dei loro vitalizi, azzeramento delle consulenze
esterne alle pubbliche amministrazioni, dimezzamento delle pensioni d’oro, riduzione consistente delle auto blu,
iniziative forti contro corrotti e corruttori, lotta all’evasione.
Oggi siamo all’ultima chiamata, tutti
noi speriamo che si formi un governo, ma un governo qualsiasi non basterà ci
vuole un governo coraggioso, giusto, competente e capace di rompere con le
ormai anacronistiche logiche politiche del passato. Se il prossimo governo non
farà da subito queste cose verrà travolto dai sentimenti rivoluzionari che
serpeggiano sottotraccia fra la gente, sentimenti che ancora non hanno una forma o un’organizzazione e che in questa fase
si sono affidati a Grillo, ma che in un futuro (forse non tanto lontano) prenderanno
la forma della rivolta e allora l’odore della violenza ricorderà per l’ultima
volta a chi deterrà il potere, che un popolo ha bisogno sempre di pane,
giustizia, speranza e buon esempio.
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