lunedì 24 aprile 2017

Parole al vento e il n'uovo che (basta e) avanza

Viviamo in un Paese nel quale alcune parole vengono abusate e hanno perso il loro significato originale. Questo accade nel linguaggio comune e succede troppo spesso nella propaganda politica. Prendiamo le parole riforma, cambiamento, nuovo.
A queste parole si è ormai attribuito un valore positivo a prescindere dai contenuti che veicolano.
In realtà la storia passata e recente dimostra che bisogna guardare al contenuto e non alle parole.
Per spiegare quanto detto userò il personaggio di Mussolini, non me ne vogliano i nostalgici del Duce e anche se fosse, diciamo che "me ne frego", un pò come amavano dire i fascisti.

Riforme: anche Mussolini ne fece, erano buone riforme? Forse ne possiamo salvare qualcuna, ma il grosso delle sue riforme era funzionale ad eliminare tutti gli spazi di democrazia, accentrare il potere nelle sue mani, e determinare in Italia la sua dittatura. Il cosiddetto regime fascista.
Cambiamento: Mussolini per l'epoca lo rappresento eccome.
Ma possiamo dire che i cambiamenti voluti dal Duce furono positivi? Proprio no, non si può dire. Il ventennio fascista è uno dei periodi più neri della nostra storia.
Nuovo: anche Mussolini si propose come nuovo contro il vecchio riuscendo all'inizio a prendere tutti per i fondelli.
Come vedete, usando un esempio volutamente esagerato, si può dimostrare che bisogna guardare ai contenuti e non alle parole
Riforma, cambiamento, nuovo sono solo parole. Possono esserci buone riforme e cattive riforme nuovi buoni e nuovi cattivi, nuovi veri e nuovi falsi, fatti di cartapesta che si scioglieranno alle prime piogge
Senza scomodare più il passato basta guardare alla scellerata riforma della scuola del governo Renzi, alla disgraziata riforma del mercato del lavoro, sempre del governo Renzi e per ultima la riforma della Costituzione, che gli italiani hanno sonoramente bocciato.
Eppure Renzi era il NUOVO, il rottamatore, il riformatore, il sovvertitore di un sistema politico logoro e vecchio. In realtà a molti ha fatto rimpiangere perfino la DC e financo il nano di Arcore. Ha continuato a rappresentare gli interessi dei potenti, ma lo ha fatto ancora peggio della classe politica che (a parole) diceva di voler rottamare.
Il concetto di nuovo come categoria positiva, come rimedio contro la malapolitica, diventa ancor più stucchevole, fa venire il voltastomaco e l'orticaria, quando non solo non è spiegato e concretamente applicato, ma è addirittura usato come un cavallo di Troia nel quale nascondere il tentativo di perpetuare il sistema che si dice di voler consegnare al passato. Addirittura nella pancia del cavallo si sistemano i più alti rappresentanti del vecchio. sistema, sperando di riuscire a celarli agli occhi dei cittadini.
Queste pratiche sono vecchie e consunte, trasudano ipocrisia.
La categoria del nuovo deve costruirsi su nuove idee, su modi di vedere il governare alternativi e diversi,deve avanzare su nuove gambe, deve fare piazza pulita di chi ha governato male.
Queste gambe non possono essere quelle di chi si è ingrassato con il vecchio sistema o quelle di chi ha parassitato la società facendosi campare per anni dalla politica, o di chi ha semplicemente fatto il vampiro a spese della comunità, non difendendone gli interessi, aumentano tasse e balzelli e istituendone di nuovi.
Il nuovo si deve costruire nel tempo, coinvolgendo non solo i nuovi, ma anche chi ha propositi nuovi. Se non si fa questo allora è più onesto continuare come si è fatto fino ad adesso, proporsi per quel che si è: usato garantito leggermente incipriato, abbellito con qualche baroccheggiante elemento decorativo, con una spruzzata di nuovo già arrugginito ancor prima di essere usato, il tutto servito su foglie di falso banano.

A poco varranno i toni da eroi che vanno alla guerra per salvare il popolo, specie se usati da chi in trincea c'è da anni, e delle battaglie che ha sostenuto nessuno ne sa niente, perché combattute solo per fini personali e mai a favore della collettività.
Insomma la gente capisce.
Personalmente penso che chiunque abbia il diritto a fare politica e a proporsi ai cittadini.
Vecchi, nuovi, seminuovi, riciclati, tutti abbiamo il diritto e il dovere di partecipare alla vita politica, quello che ritengo intollerabile è il tentativo di volersi vendere per quel che non si è, proporre un prodotto falso e ingannevole semplicemente per brama di potere e per interesse personale.

s.f.

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